“Bad thoughts fillin’ up my brain”
(Stop the Rain, Tablo ft. RM)
Fin da piccoli siamo abituati ad associare le nostre emozioni ai colori, ai rumori o al tempo, non c’è una ragione specifica ma sappiamo che è utile a rendere il concetto, specie all’interno di una conversazione.
E questo vale universalmente, da qualsiasi parte del mondo si provenga. La parola felicità genera nella nostra mente l’immagine di una giornata di sole, con colori vivaci, ricordi di risate; al contrario, se pensiamo alla tristezza tutto si tinge di grigio, come in un vecchio film in bianco e nero, con le lacrime che scendono sul viso e i singhiozzi in sottofondo dell’attrice/attore protagonista. Sembra di sentire anche il tintinnio della pioggia che batte contro il vetro della finestra e, in automatico, pensiamo a citazioni famose come “non può piovere per sempre” del Corvo e ci culliamo, consoliamo con l’idea che questo brutto momento passerà e tornerà il sereno.
Sembra retorica, nulla di nuovo, qualcosa di già letto e sentito milioni volte ma mi serve per introdurre l’argomento del giorno ossia Stop the Rain, l’ultimo lavoro di Tablo (Epik High) realizzato in collaborazione con RM, poco prima della partenza di quest’ultimo per il militare.
Venerdì 2 maggio è uscito il singolo che non ci aspettavamo. Pensavamo infatti che dopo RPWP e il suo documentario, non ci sarebbero state altre sorprese da parte del leader dei BTS ma, negli scorsi giorni, Tablo ci ha stupito con l’annuncio di questa collaborazione.
Non è la prima volta che i due artisti lavorano insieme, ricordiamo All Day, parte dell’album Indigo e soprattutto che RM –come Suga– non ha mai fatto mistero della profonda ammirazione per gli Epik High, il gruppo di cui Tablo è il leader e la cui musica ha influenzato i BTS nel corso della propria carriera artistica (basti anche solo pensare a Map of the Human Soul, album degli Epik High, che ricorda nel nome Map of the Soul:7 dei BTS).
L’artista ha aspettato a lungo prima di pubblicare questo lavoro per le particolarità del testo introspettivo e, dopo averlo ascoltato e letto, posso capire le paure di Tablo. Questo singolo offre una lettura dell’anima e uno sguardo sui pensieri e le paure più intime di entrambi gli artisti che vanno ben oltre all’associazione delle emozioni con i colori o le condizioni meteorologiche, ripercorrendo le tappe della propria vita, trasformando quella “pioggia amica” di Forever Rain dell’album MONO (When it rains, I get a little feeling that I do have a friend, keeps knocking on my windows, asks me if I’m doing well, quando piove, ho l’impressione di aver un amico che continua a picchiettare sulle finestre chiedendomi se sto bene) nelle avversità della vita.
Una curiosità che mi ha colpita in prima battuta è l’uso della lingua inglese con un solo verso in coreano. Non è una sorpresa per chi conosce Tablo che è cresciuto viaggiando da una parte all’altra del mondo (tra l’Indonesia, la Svizzera, il Canada e la California dove si è laureato) per poi tornare in Corea del Sud e neanche per i fans di RM che sanno del suo amore per le lingue.
Ma questo testo, incentrato sulla tematica del suicidio che è uno dei problemi più gravi che la Corea si trova ad affrontare quotidianamente, dovrebbe esser in lingua coreana. Entrambi però hanno preferito l’inglese, quasi a farsi scudo dalle negatività e dalle domande che avrebbe potuto scatenare in patria ma anche perché, a volte, è più facile riuscire ad esprimere alcune sensazioni in una lingua che non è la propria. E lo capisco benissimo perché è capitato anche a me molto spesso. O forse lo hanno fatto per raggiungere un pubblico più vasto.
Ma venivamo al singolo che già in apertura presenta un’intro particolare, un saluto ai giorni di pioggia come se fossero una persona seduta al tavolo da gioco, durante la partita di poker della vita con Tablo ed RM che decidono di giocare tutto anche se hanno delle carte perdenti in mano (I’m all in with a losing hand, all in è la puntata finale del giocatore con tutte le fiches restanti). In questo verso è racchiuso il significato dell’intera canzone, a partire dalla sua copertina con l’immagine di due carte: la pioggia come regina di fiori ed un angelo caduto che rappresenta Tablo, RM ed ogni singola persona che si è ritrovata, almeno una volta, di fronte al baratro con la voglia di buttarsi e cadere nel vuoto.
Il primo verso si apre con Tablo che ripercorre la sua infanzia, fatta di etichette che gli sono state attribuite.
È stato definito un ribelle dagli insegnanti e un caso perso per i genitori perché nonostante fosse un bambino dotato (ha iniziato a suonare a 6 anni e già a 16 anni componeva testi per altri artisti) ha deciso di usare quel talento per l’hip hop, per quella musica “malvagia” (They told me I was gifted. But to unwrap my mind was wicked, dicevano che ero dotato ma usare il mio talento liberamente, a modo mio, era malvagio/sbagliato). È cresciuto con il senso di colpa, l’onta della vergogna per la musica che amava mentre attorno a sé, i genitori, gli insegnanti, il prete, volevano che sfruttasse in altro modo il suo dono; tutte le cicatrici e punizioni imposte erano per insegnargli e ricordargli che poteva aspirare e puntare più in alto, alzando quell’asticella che siamo abituati a vedere nei drama coreani, dove i genitori chiedono sempre di più ai figli, senza tener conto di cosa questi vogliano veramente.
Abbiamo avuto tutti più o meno una fase ribelle nella vita, in cui volevamo fare altro rispetto a quanto sognato dai nostri genitori e, litigando, è arrivato quel pensiero fugace di come sarebbe stato se non fossimo mai nati (Sometimes I wished I got crushed in the womb, turned to dust in the womb).
Sono i momenti in cui la pioggia cade, quando le difficoltà della vita arrivano in sequenza. Piove sempre sul bagnato, no? Le disgrazie non sono mai sole. Ci sembra di impazzire, i cattivi pensieri invadono la nostra mente come demoni nelle vene.
Siamo a quei due secondi dal cadere nel vuoto.
Li abbiamo passati tutti, anche RM.
Il suo pezzo è uno squarcio nell’arcobaleno che riesce a regalarci un’altra lettura di Lost e dell’intero album RPWP, sul senso di solitudine e sul sentirsi perso.
Sapete cos’è il club dei 27? Personalmente io conoscevo quello dei 37, composto da Raffaello, Van Gogh, Lady Diana e altre celebrità morte a 37 anni. E mi ha sempre spaventato quell’età, al punto che sono stata felicissima di esser riuscita a spegnere la candelina dei 38 anni. NamJoon ha sempre immaginato di esser invece destinato al club 27, il numero maledetto per i musicisti come Jim Morrison, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Kurt Cobain, scomparsi a quell’età per suicidio o problemi legati all’uso e abuso di droghe.
Ma è riuscito ad arrivare ai 29 anni, sorseggiando gin in una vasca da bagno, con quel pensiero che aleggia nella mente, chiedendosi se sia destinato ad un altro club. Mascherando questa paura, questi pensieri nefasti, ogni giorno in nome del suo status quo, di quello che rappresenta, dell’esser o meglio del mostrarsi sempre “positivo” (And every night, I put my shadows on. But you know how much I hate my status quo? “Be positive” I know). Anche quando la vita gli dato più lezioni -ironicamente parlando- sul concetto di fiducia (dal caso del monaco buddista che ha rivelato ai giornali della sua visita al tempio allo scandalo della Korail con una dipendente che ha venduto informazioni personali sui suoi spostamenti).
E cosa si fa in quei momenti? Si cerca di andare avanti, con l’orologio che gira, arrugginendosi, piano piano. Cerchi una via d’uscita, anche solo per divertirti perché sai che è impossibile riuscire ad uscire veramente da quei momenti grigi. Ti chiudi nel tuo mondo, spegnendo il telefono ma non puoi scappare dalle pene.
Ma ci puoi provare perché come dice RM nell’outro: I’m tryna stop the rain, (proverò a fermare la pioggia). Dando quella speranza a tutti noi di non esser soli veramente.
Aggiungo solo altre due cose che ho notato.
Nel ritornello si alternano le due voci e, se fate attenzione, potete osservare che nella prima parte c’è la voce dominante di Tablo mentre RM canta solo un verso Two seconds from fallin’ into nothing, nella seconda parte è l’esatto opposto e quel verso viene cantato da Tablo. Come due amici che si sostengono nel dolore, alternandosi e dandosi forza a vicenda.
Non mi sono soffermata a commentare il video o avrei scritto un romanzo ma vale la pena di recuperarlo perché sembra un anime uscito dallo studio Ghibli e per l’accento posto sulle parole cancellate come Icarus, forever rain e blood love.
Non è una canzone semplice da ascoltare o da cantare a squarciagola in macchina d’estate, anche se rende l’idea quasi cinematografica di una corsa liberatoria, con il vento tra i capelli, ma è impossibile non restare catturati dal ritmo e dalla voce calda di RM o di Tablo, in un pezzo che ha già segnato la storia dell’hip hop e dell’Alternative R&B a partire del bridge iniziale.
L’unica cosa che mi sento di dire a chiusura è che ovunque voi siate, qualsiasi difficoltà stiate vivendo, cercate di fermare la pioggia e non lasciarvi abbattere, aggrappatevi alla vita e non cadete nel vuoto.
Fatemi sapere cosa ne pensate qui e nei commenti su IG!
PS: alla produzione, iniziata nell’ottobre 2022, hanno collaborato anche Will Leong (che ha già lavorato in passato con gli Epik High e Key degli Shinee nel mondo della musica coreana) ed Anthony Watts (che ha lavorato tra gli altri con Le Sserafim, Usher, Enhypeh e Pitbull, oltre che con gli Epik High).
Lor
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