RUNSEOKJIN EP. TOUR: GOYANG!

I hope that your cheers stay with me as echos

(Jin, “Don’t Say You Love Me @ Seongsu” & “하이석진” Behind)

E non solo l’eco del tifo degli ARMY ma anche le loro risate accompagneranno Jin nel suo primo tour da solista che lo porterà dalla Corea del Sud, dove è partito sabato 28 giugno, al Giappone, per approdare poi negli Stati Uniti e finire in Europa, toccando prima il Regno Unito e dopo l’Olanda per le serate finali.

Se avete assistito al primo concerto in presenza o anche solo su weverse, sapete di cosa sto parlando. Uno dei commenti che mi ha colpita di più nella live chat è stato questo I haven’t stop smiling since the beginning of the concert (non ho smesso di sorridere dall’inizio del concerto).

Non è stata solo una semplice e mera esecuzione canora ma un vero e proprio spettacolo tra musica ed intrattenimento, dove gli ospiti speciali sono stati gli ARMY.

Infatti, grandi nomi a parte come Yena, nota cantante sudcoreana che ha accompagnato sul palco Jin nell’esibizione di Loser, e, soprattutto, NamJoon, jhope e TaeHyung presenti tra il pubblico (nella seconda serata si sono dati il cambio con YoonGi, Jimin e JungKook), non ci sono state altre personalità di spicco, solo il calore del fandom, venuto ad ascoltare ed inconsapevolmente a giocare con Jin, interagendo direttamente con la star.

Qualcosa che avevamo iniziato già a sospettare, a partire dal titolo stesso del tour che riprende il nome del programma del WWH, RunJin, ideato al suo rientro dalla pausa militare e che lo ha visto coinvolto in diverse avventure speciali, ma nessuno avrebbe mai potuto prevedere il modo in cui ha reso gli spettatori parte integrante dello spettacolo stesso.

Il concerto si è tenuto al Goyang Stadium, esattamente dove jhope ha portato in scena le ultime due date del tour HOPE ON THE STAGE, ed è cominciato con l’arrivo del nuovo protagonista in blue jeans davanti ad un bottone gigante che ha dato l’avvio ufficiale alla serata, sulle note di Running Wild, saltando come un matto per tutto il palco.

È difficile, se non impossibile, riuscire a trovare le tematiche che hanno caratterizzato le varie parti dello spettacolo. Difatti, non c’è una suddivisione per grandi temi generali o per album, le tracce del primo e del secondo si alternano a singoli di successo ma, analizzando la tracklist, sono arrivata alla conclusione che il filo conduttore è una sorta di viaggio.

Si parte dalle nuvole, da un mondo quasi fantastico (I’ll be there, With the clouds, Falling, Don’t say you love me), intervallato da stacchi con giochi che hanno portato Jin ad esibirsi, vestito come un atleta di Taekwondo, sulle note di SuperTuna e gli ARMY a cantare I’ll be there in versione karaoke. C’è poi una tappa in una sorta di dimensione onirica con l’esecuzione al piano di I will come to you e Abyss, passando a Background, tracce che evidenziano la sua solitudine, per arrivare in alto (elevandosi anche fisicamente durante la performance di Another Level). Da qui inizia la discesa verso il basso, verso gli ARMY e la ricerca della loro compagnia, con momenti caratterizzati da singoli cantati dagli ARMY con l’artista che ha dovuto indovinare le tracce, seguiti dalle esibizioni di Loser ft. Yena, Rope it (che in versione live è spettacolare), un medley con alcune canzoni dei BTS (Dynamite, Butter, Mikrokosmos, Spring Day), quasi a sottolineare la mancanza dei membri, concludendo con The Astronaut (il suo saluto prima di partire) tra i fuochi d’artificio e Nothing Without Your Love.

Ovviamente lo spettacolo non si è esaurito qui e, dopo il momento in cui hanno mostrato i cartelloni, si è arrivato all’encore, dove Jin è finito quasi tra le braccia degli ARMY, dopo Epiphany e chiedendo anche ad una fan in totale imbarazzo di cantare le prime note di Moon.

Dopo aver presentato la band che lo ha accompagnato Jin si è esibito in To Me Today, la degna conclusione, chi è oggi alla fine del suo viaggio.

Le luci si sono spente ed è partita una mini intervista preregistrata in cui il WWH ha spiegato come è iniziato RunJin, il cui unico scopo era renderci felici, tenerci occupati durante la lunga assenza degli altri membri.

Ma Jin non è stato un riempitivo, non per gli ARMY. In questi mesi è stato un amico, una presenza costante che ci ha abbracciato, ci ha fatto ridere ed ha svelato se stesso, mettendo a nudo le proprie paure davanti a quel pubblico che lo ha guardato e ascoltato dal vivo e online dire you filled the empty spaces of the members (avete riempito gli spazi vuoti dei membri). Jin ha fatto molto di più in questi mesi per tutto il fandom, ci ha fatto sentire felici con Happy e possiamo sentire ancora l’Echo delle risate che ci hanno accompagnato durante la lunga assenza del resto dei membri e soprattutto durante le due ore di spettacolo.

Ho amato alla follia ogni singola esibizione, anche le tracce che mi avevano convinta di meno all’ascolto di Echo, rimanendo senza parole per Rope It; ho adorato il medley, specie Spring Day; mi hanno emozionata i momenti in cui ha giocato con gli ARMY ma anche con i membri che lo guardavano orgogliosi, riprendendolo con i propri telefonini o, ancora, muovendo i lightsticks come veri ARMY.

Non è stato un concerto ma uno spettacolo indefinibile perché non ho mai visto nulla di simile, unico nel suo genere. Ed è impossibile fare un paragone con il tour di Agust D o con quello di jhope perché ogni tour o evento dei ragazzi da solisti è a sé stante, come i loro album. Racchiudono la personalità, la loro identità, il loro modo di essere.

Jin è introverso per natura eppure su quel palco si è trovato a suo agio perché era in compagnia degli ARMY. Era nel suo mondo sicuro, quello a cui è tornato a braccia aperte.

Avete visto il concerto? Andrete a vederlo? Quale momento avete amato di più? Fatemelo sapere nei commenti qui e su IG!

I purple you!

Lor

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *